La fashion week
americana si è conclusa da qualche giorno e purtroppo devo dire che, nonostante le buone premesse, non sia stata così brillante.
I marchi presenti erano innumerevoli, e la maggior parte erano stilisti esordienti, ma facendo un bilancio finale, ci
ritroviamo davanti ad un’accozzaglia di elementi visti e strarivisti
nelle passerelle europee dell’anno precedente. E’ quasi imbarazzante
scoprire copie di Prada, Versace e palesi riproduzioni di Gucci.
Proposte ormai già vecchie vengono propinate come frutto di nuovo
ingegno. I soli che si salvano sono i grandi nomi, capaci di essere
simili a sé stessi, ma allo stesso tempo innovatori. Francisco Costa
per Calvin Klein ha pensato una donna caratterizzata da leggerezze,
linee morbide e tessuti lucenti che accarezzano il corpo
evidenziandone le forme. La palette era delicata e variava dal
cipria, al bianco passando per il grigio e l’oro. La collezione era
dedicata alla modella Lara Stone, musa di Costa, grazie alla sua
personalità e alla sua bellezza imperfetta di cui lo stilista è
innamorato. Ralph Lauren invece ha riscoperto gli anni 20 e 30 con
cappellini e cloche da abbinare ad abiti o completi leggeri e
morbidi. Particolarissima la selezione di abiti bianchi che spaziano
dal giorno con completi gessati, alla sera con abiti lunghi o corti
in pieno stile charleston con frange e applicazioni di piume. Da
Lacoste, appena dopo il lancio della nuova
campagna pubblicitaria per la nuova linea, debutta Felipe
Oliveira Baptista, che ha voluto reinterpretare gli anni in cui
nacque il marchio, quando le icone della moda indossavano pantaloni
di jersey e maglioni dalla linea ampia, rubando anche i capi
dall’armadio maschile. Tra i marchi giovani, ma già all’apice del
successo, abbiamo Rodarte: le due sorelle Mulleavy, hanno riprodotto
le tele floreali di Van Gogh su abiti dalla linea romantica con
profondi scolli a v e gonne leggere di tutte le lunghezze, sbarazzine
fino al ginocchio o leggere e lunghe fino alle caviglie.
americana si è conclusa da qualche giorno e purtroppo devo dire che, nonostante le buone premesse, non sia stata così brillante.
I marchi presenti erano innumerevoli, e la maggior parte erano stilisti esordienti, ma facendo un bilancio finale, ci
ritroviamo davanti ad un’accozzaglia di elementi visti e strarivisti
nelle passerelle europee dell’anno precedente. E’ quasi imbarazzante
scoprire copie di Prada, Versace e palesi riproduzioni di Gucci.
Proposte ormai già vecchie vengono propinate come frutto di nuovo
ingegno. I soli che si salvano sono i grandi nomi, capaci di essere
simili a sé stessi, ma allo stesso tempo innovatori. Francisco Costa
per Calvin Klein ha pensato una donna caratterizzata da leggerezze,
linee morbide e tessuti lucenti che accarezzano il corpo
evidenziandone le forme. La palette era delicata e variava dal
cipria, al bianco passando per il grigio e l’oro. La collezione era
dedicata alla modella Lara Stone, musa di Costa, grazie alla sua
personalità e alla sua bellezza imperfetta di cui lo stilista è
innamorato. Ralph Lauren invece ha riscoperto gli anni 20 e 30 con
cappellini e cloche da abbinare ad abiti o completi leggeri e
morbidi. Particolarissima la selezione di abiti bianchi che spaziano
dal giorno con completi gessati, alla sera con abiti lunghi o corti
in pieno stile charleston con frange e applicazioni di piume. Da
Lacoste, appena dopo il lancio della nuova
campagna pubblicitaria per la nuova linea, debutta Felipe
Oliveira Baptista, che ha voluto reinterpretare gli anni in cui
nacque il marchio, quando le icone della moda indossavano pantaloni
di jersey e maglioni dalla linea ampia, rubando anche i capi
dall’armadio maschile. Tra i marchi giovani, ma già all’apice del
successo, abbiamo Rodarte: le due sorelle Mulleavy, hanno riprodotto
le tele floreali di Van Gogh su abiti dalla linea romantica con
profondi scolli a v e gonne leggere di tutte le lunghezze, sbarazzine
fino al ginocchio o leggere e lunghe fino alle caviglie.
The NY Fashion
Week has just ended and finally we can say that it was not so
brilliant and successfull as expected. Too many designers and too
many European references and themes from the past season. It was
quite embarrassing find Prada, Versace or even Gucci trends of the
SS2011 in the emerging designers’ collections. Only the biggest name
have survived remaining faithful to their style and renovating it
with a contemporary twist. Francisco Costa
for Clavin Klein presented lightness with soft and shiny silk layers,
that embrace the body. The colour palette is delicate and goes from
pink, to white, passing by silver and golden. Ralph Lauren was
inspired by the roaring 20s with hats and cloches matched with soft
gowns and dresses. So peculiar the selection of white clothes for the
daywear, cocktail dress and dresses inspired by the charleston era
with fringes and feathers applique. At Lacoste, after
the launch of the new line adv campaign, debuted Felipe Oliveira
Baptista, who wanted to reinterprete the Renè Lacoste era, when
women wore jersey pants and loose knits, stealing the husband’s
jacket. For the younger brands, Rodarte reproduced the most famous
Van Gogh floral compositions printing them on soft silk for romantic
v neck dresses or light gowns.
Week has just ended and finally we can say that it was not so
brilliant and successfull as expected. Too many designers and too
many European references and themes from the past season. It was
quite embarrassing find Prada, Versace or even Gucci trends of the
SS2011 in the emerging designers’ collections. Only the biggest name
have survived remaining faithful to their style and renovating it
with a contemporary twist. Francisco Costa
for Clavin Klein presented lightness with soft and shiny silk layers,
that embrace the body. The colour palette is delicate and goes from
pink, to white, passing by silver and golden. Ralph Lauren was
inspired by the roaring 20s with hats and cloches matched with soft
gowns and dresses. So peculiar the selection of white clothes for the
daywear, cocktail dress and dresses inspired by the charleston era
with fringes and feathers applique. At Lacoste, after
the launch of the new line adv campaign, debuted Felipe Oliveira
Baptista, who wanted to reinterprete the Renè Lacoste era, when
women wore jersey pants and loose knits, stealing the husband’s
jacket. For the younger brands, Rodarte reproduced the most famous
Van Gogh floral compositions printing them on soft silk for romantic
v neck dresses or light gowns.
“Cromaticamente
parlando” si sono affermati 5 colori ritrovabili in quasi tutte le collezioni:
There are 5 colours presented in all the collections:
Bianco – White
Blu – Blue
Gli altri trend
sono sicuramente:
sono sicuramente:
Other trends are surely about:
Il genere tribale
e etnico giunge in città grazie a due colonne portanti dello stile
americano Donna Karan e Michael Kors che hanno incentrato le loro
collezioni su questo tema. La prima mixandolo con i ritmi frenetici
della città, il secondo pensandolo per una gita safari.
e etnico giunge in città grazie a due colonne portanti dello stile
americano Donna Karan e Michael Kors che hanno incentrato le loro
collezioni su questo tema. La prima mixandolo con i ritmi frenetici
della città, il secondo pensandolo per una gita safari.
Tribal-ethnic
inspiration for two of the most important American fashion designers.
Donna Karan mixed dark prints with the classic New York formal style;
Michael Kors thought to a safari park, maybe a urban jungle.
inspiration for two of the most important American fashion designers.
Donna Karan mixed dark prints with the classic New York formal style;
Michael Kors thought to a safari park, maybe a urban jungle.
American Haute Couture
Pensata solo ed esclusivamente per i red carpet, oltre agli abiti a sirena di Zac Posen, si distinguono le frange lunghe di Marchesa abbinate alle trasparenze e alle applicazioni di piume (un po’ troppo liberamente ispirate alle ultime collezioni Givenchy) o le creazioni ironiche di Thom Browne con una sirena dalla coda luccicante.
Creations made exclusively for red carpets, from the Zac Posen gowns, to the fringes of Marchesa (too much inspired by the two last haute couture Givenchy collections) or the ironic Thom Browne little mermaid glittered dress.
Righe – Stripes
Rete – Net
Vestiti high tech realizzati con reti reinterpretate come tessuti, a volte sportive, altre decisamente più sensuali, per donne carnali e passionali.
Dresses made up with nets re-invented in a more high-tech way and sometimes sensual.
Quindi non sono l’unico che non ha trovato nulla di particolare nella NY fashion week!?
George.
a me è piaciuta molto la packham, jason wu e diane von furstenberg!
poi amo i The Blonds ed i loro show mi entusiasmano da morire 😀
comuqnue il post è stupendo ed immagino il lavoro che ci sta dietro!
un bacio
Syriously in Fashion
Syriously Facebook Page
Pst davvero eccole te, mi permetto di farti i miei complimenti! Alessia
http://www.thechilicool.com
Post molto interessante! 🙂 Ti seguo! Il floreale di Vivienne Tam mi è piaciuto molto!
Vale.
The Streets of Fashion
Condivido il tuo giudizio. Come sempre un post molto interessante. 😉
http://www.thebigiofactor.blogspot.com
i tuoi “riassunti” a fine sfilate sono sempre favolosi!!! Grazie per regalarceli ;))) io come al solito ho adorato la collezione di Ralph Lauren…molto più bella delle sue ultime due a mio parere…
un abbraccio
G.
mi piace come hai “rialaborato” le sfilate. un punto di vista personale e non banale (che a me piace molto)
http://nonsidicepiacere.blogspot.com/
I like this blog so much is so cool. I hope you can check out mine.
http://paquetevistasbien.blogspot.com
Nonostante le “copie” ho sempre amato la NYFW. Non so perchè ma è comunque diversa dalle altre e trovo ci sia sempre qualcosa di bello. Le copie c’erano ed erano palesi, ma queste stanno ancora di più a sottolineare il ruolo della moda italiana. Anche a Londra…Burberry ha ripreso molti elementi Prada.
Dopo una giornata di lavoro ho acceso il pc ed ho letto un articolo di Affari Italiani sulle recenti dichiarazioni della Signora Latella : “questo Paese non riconosce il merito ……” ( proposito di gnocche),
poi ho guardati il tuo blog ed ho letto questo post …ed ho pensato….ma per coerenza perchè se si deve riconoscere il merito perchè su A non fa scrivere Alessandro invece della Ferragni ?
Ave
……ho messo un perchè in più,
cancella tu per favore .
ave
Thanks so much for all these comments guys.
Grazie a tutti per i commenti e ancora di più per i complimenti. Ovviamente mi imbarazzo così facilmente che non so mai cosa rispondere, perciò ricorro subito ad un grande grazie a tutti voi che mi seguite e con cui tra un commento, un tweet o una battuta ci scambiamo idee e pareri in continuazione. Grazie mille Ave per la tua gentilezza, ma se rispondessi alla tua domanda cadrei in un baratro così profondo di luoghi comuni, politica e scene tipiche da italietta medio-bassa, che alla fine è meglio lasciar stare e continuare così facendo tanta “gavetta”, come è giusto che sia, ed essere preparato al meglio per ogni evenienza futura.
Nel frattempo, oltre agli esami, sto preparando il post su Londra. Vi auguro un buon inizio di Milan Fashion Week! :)))
Alessandro
New York quest’ anno mi ha stupita piacevolmente. Ha da insegnare a colossi come Milano e Parigi. Non credevo che l’ avrei mai detto.
Complimenti per il blog, R.