When Fashion meets Art

Dolce & Gabbana style: una storia d’amore infinita con la Sicilia

La storia di ogni brand di moda è perennemente costellata di cambiamenti: può essere nominato un nuovo direttore creativo; si scelgono strategie di marketing diverse; oppure si cambia il target di riferimento, ed inevitabilmente anche lo stile. Questo è ciò che è successo a Dolce & Gabbana, il famoso duo siciliano che con la collezione Spring Summer 2012 ha concluso il percorso street-style oriented della linea D&G, per dedicarsi esclusivamente alla prima linea più elegante e all’alta moda.
Dolce & Gabbana

Da D&G a Dolce & Gabbana

La linea D&G era orientata verso una clientela giovane, urban, con pezzi molto sgargianti e vistosi, totalmente sciolti dalle regole del bel vestire. Le collezioni erano provocazioni che prendevano ispirazione dalla strada e che si rigettavano prepotentemente nei contesti più disparati (discoteche e party) attraverso sfrontati e costosi indumenti logati da esibire. Sicuramente un look non da gentleman, in cui purtroppo con il tempo ha iniziato ad identificarvisi il “tamarro”, quel cliente volgarotto dalla medio-alta disponibilità economica che succube del logo cercava in tutti i modi di manifestare la sua presenza nella società attraverso l’esibizione delle tre lettere D&G a caratteri cubitali.
Dolce & Gabbana
Mexican actor, Jonathan Islas, wearing D&G trunks
Tutto questo è finito, Dolce & Gabbana hanno intrapreso una rinascita stilistica senza eguali. L’ispirazione delle nuove collezioni è rimasta la Sicilia, ma ad ogni stagione il legame con la terra natia sembra diventare sempre più forte. Uno stile che trae le sue origini dalle silhouette degli anni ’40 e ’50, su cui vengono declinati elementi tipici del costume e della tradizione siciliana come:
il pizzo delle sottovesti e le medagliette dorate delle immagini sante e gli ex voto (Dolce & Gabbana Fall Winter 2010/2011),
Dolce & Gabbana

la frutta e la verdura dei mercati rionali (Dolce & Gabbana Spring Summer 2012),

Dolce & Gabbana

le luminarie per le feste e le processioni sacre (Dolce & Gabbana Spring Summer 2012),

Dolce & Gabbana
o gli antichi corredi delle spose tramandati di generazione in generazione (Dolce & Gabbana Spring Summer 2011).
Dolce & Gabbana

 

 Un perenne crescendo attraverso la cultura siciliana sino ad arrivare alla collezione Fall Winter 2012, in cui si celebra la maestosità e la sontuosità del Barocco. Cappe e cappotti neri sono ornati di complessi intrecci dorati con ghirlande floreali e cornici che ricordano le vesti delle Madonne Addolorate il cui culto è grandemente diffuso nel profondo Sud Italia. Sotto questi capolavori di sartoria, si consuma poi il grande contrasto tra sacro e profano, con raffinate lunghe sottovesti di pizzo che a loro volta svelano in trasparenza la biancheria intima.

Dolce & Gabbana
Maria Addolorata di Marsala(top); Maria Addolorata di Comiso(centre); Maria Addolorata di Cerda(bottom)

La collezione è un tripudio di ori, ricami e cornici che sembrano prendere spunto dagli antichi paramenti religiosi come gli ombrelli da processione del settecento o i più preziosi copricalice, fino addirittura a citare le vesti della Santuzza, la patrona di Palermo, Santa Rosalia.

Dolce & Gabbana

Non si può parlare di stile Barocco, senza il genere pittorico nato in quel periodo, le nature morte. Ecco allora grandi ghirlande di fiori che traggono ispirazione dalla storia dell’arte e diventano delicate bluse di seta stampata o elaboratissimi e coloratissimi tailleur realizzati in piccolo punto con addirittura un pappagallo, molto in voga tra i soggetti dell’epoca. Gli abiti floreali a fasce e a cornice sembrano inoltre citare le bellissime tonacelle settecentesche in raso di seta conservate nei vari musei diocesani della regione, mentre gli orecchini scultura e le cinture sono come i rosoni e i fregi decorativi delle chiese e dei palazzi più importanti.

Dolce & Gabbana
Dettaglio divertente: gli orecchini a forma di putti che suonano, cantano e ballano tra nuvole, fiori e riccioli dorati.
Dolce & Gabbana
La nuova-ritrovata sensibilità del duo di stilisti ha dato vita ad una delle migliori collezioni Dolce & Gabbana degli ultimi anni, che riesce a trasmettere l’amore per la propria terra, tanto da invogliare anche il più scettico dei viaggiatori ad intraprendere un tour on the road nella splendida isola, lasciandosi ammaliare dalle tradizioni e dalle bellezze locali.
Alessandro Masetti – The Fashion Commentator

Italian architect into fashion. Art curator in love with books, flea markets and interior design.

14 Comments on “Dolce & Gabbana style: una storia d’amore infinita con la Sicilia

  1. Il barocco è fenomenale ma su un abito diventa ktisch e pacchiano.
    Dolce e Gabbana non mi sono mai piaciuti, ora che poi faranno la linea baby immagino cosa potrà circolare in pubblico.

    Bravo, hai sgobbato come un pazzo per questo post si vede, ottimo risultato!

    L.

    1. Ciao Lorenzo,
      ti dirò, a me piace molto il barocco e i suoi eccessi reinterpretati nella moda, ma solo per le collezioni invernali, quando il banale lbd può diventare un qualcosa di più interessante e divertente. Per quanto riguarda lo stile di Dolce e Gabbana, personalmente ho sempre apprezzato quei pochi capi ricercati e dall’anima dandy delle collezioni uomo, oltre ai vestiti più semplici, ma ben costruiti delle collezioni donna. Ammetto che non sono un fan del loro tipo di animalier, ma in realtà ciò che li ha danneggiati in questi anni credo sia stato il target di clientela che hanno raggiunto, quello volgare, che inevitabilmente ha reso volgare molte loro creazioni, che in realtà, sulla passerella erano perfette e ben equilibrate. Nei loro capi si leggeva una forte vena di trasgressione, ma anche misura, mentre addosso a tutta quella fauna dei party milanesi, si trasformava in pura volgarità. Io sono contento della loro svolta, ne avevano bisogno, non potevano ridurre più di 25 anni di attività a mutande leopardate e logate…perché siamo onesti, è quello con cui il popolo dei non addetti ai lavori identificava questo marchio.

  2. E’ difficile osare in un mercato ed in un ambiente così competitivi, il marchio Dolce & Gabbana vanta degli stilisti davvero eccellenti e di buon gusto. Ottima recensione 🙂 seguirò i tuoi articoli con sincero interesse!

  3. Adoro questo post. Bellissimo!
    Mi piace molto questa analisi scritta e visiva delle ispirazioni sicule di Dolce&Gabbana e i collage col tuo “logo” circondato da fregi barocchi sono spettacolari e divertenti. Bravo!
    Comunque anch’io ho tirato un sospiro di sollievo per la fine di D&G e l’inizio dell’alta moda.
    Le ultime collezioni sono belle; l’ultima in particolare, con le sue cappe naestose, l’ho trovata davvero notevole ma anche quella della p-e 2011 col bianco stile corredo era deliziosa.
    L’unica cosa che potrei suggerire è di cambiare la formula delle campagne pubblicitarie sicule, perché secondo me sono troppo finte e ormai abusate.
    Oppure se vogliono continuare a fare il verso alla Sicilia di Sedotta e Abbandonata o di Divorzio all’Italiana, almeno ci devono mettere un po’ più d’ironia. 😉

    http://electromode-electromode.blogspot.it

    1. Ciao Ale, grazie mille, mi fa piacere abbia apprezzato l’ironia dei collage con il mio logo 😉
      Per quanto riguarda le collezioni, mi sono innamorato anche di alcuni pezzi dell’ultima maschile, sto meditando un post in proposito. Per l’alta moda sono molto felice, la cosa che mi ha un po’ stupito è che non esistano reportage fotografici completi, è quella sorta di dimensione del segreto che imita la filosofia di Tom Ford e fa il verso all’alta moda di un tempo e non quella consumistica di adesso. Quella degli atelier da un vestito solo per una ed una sola cliente. E’ interessante, ma frustrante per noi mortali che non possiamo vedere l’atelier. Per le campagne pubblicitarie l’ultima con la Brandolini l’ho trovata molto espressiva, le sta bene il ruolo meridionale, ha dei tratti molto belli. Mentre quella precedente con gli stampati di verdura…mmm non ha esaltato in pieno la collezione. Possono continuare anche il filone, ma ci vuole ironia come in quella con Madonna che stirava e lavava i piatti. Era talmente incredibile e inverosimile, che una risata te la strappava per forza 😉

  4. Ciao Ale,
    prima di tutto, voglio complimentarmi per questo post: perfetta simbiosi di testo ed immagini, ricerca ed accuratezza. Questo, secondo il mio modo di vedere è un vero Fashion Blog.
    Ora esprimo il mio parere su D&G: il loro stile non mi piace affatto, ed anche questa collezione lo dimostra. Certamente va riconosciuto al duo il cambio di rotta di cui hai parlato: ma siamo lontani, secondo me, molto lontani da ricerca e innovazione che un brand come questo potrebbe attuare.
    Un punto a favore di questa collezione è la cura del dettaglio, anzi direi l’immensa cura del dettaglio: un grande applauso quindi ai maestri ricamatori di questa collezione, i veri protagonisti della passerella! 🙂

  5. ciao Alessandro ho molto apprezzato la’obiettivita’ di questo articolo,credo sche abbiano maturato una scelta molto giusta, nell’alta moda forse riusciranno a trovare un nuovo ritrovato stimolo d i cui avevano assolutamente bisogno,….bellissimo il colllage con l’utilizzo del tuo logo!ti ho votato su lescahiers, il tuo blog é veramente “differente”, ciao Elena

  6. Questo post è sorprendente, hai una capacità critica e analitica davvero invidiabili, mi piace veramente leggere i tuoi post, traspare tutta la cura e l’attenzione che impieghi per realizzarli. Molto Autentico. Complimenti 🙂
    Per quanto riguarda Dolce & Gabbana sono veramente felice che abbiano deciso di rivedere il loro target, perché come giustamente hai detto tu la maggior parte della gente identifica D&G con la figura del tamarro medio-volgarotto.
    Clo

  7. Questo articolo è veramente ben fatto,attento ad ogni minimo dettaglio e invidio il tuo modo di scrivere !sono innamorata del tuo blog! ti seguo d’ora in poi con grande interesse!baci

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