Fashion History

Who is MARNI? – The Marni brand history

L’ annuncio della collaborazione primaverile Marni ed HeM ha fatto il giro del web in poche ore e si leggono già critiche entusiastiche. E voi, siete sicuri di conoscere Marni?

Consuelo Castiglioni
Consuelo Castiglioni

Consuelo Castiglioni, svizzera di origini cilene classe 1959, lancia Marni ufficialmente nel 1994 con una collezione sperimentale dopo aver iniziato la sua attività di stilista come consulente per la pellicceria milanese Ciwi Furs appartenente alla famiglia del marito Gianni Castiglioni. La novità consisteva nell’utilizzo della pelliccia come un tessuto, eliminando fodere e ottenendo volumi decostruiti dopo anni di spalline pronunciate.
Marni brand history - FW1995
1995
Marni brand history - FW1996
1996
Marni brand history - FW1997
1997
Marni brand history - SS 1998 - FW 1998
SS 1998 – FW 1998
Marni brand history - SS 1999 - FW 1999
SS 1999 – FW 1999
In poco tempo, alla collezione invernale, fu affiancata la linea estiva, finché nel 1999 Marni si affermò definitivamente come marchio indipendente. Alle pellicce si aggiunsero tutti i capi del guardaroba, che divennero universalmente riconoscibili per le sovrapposizioni di tessuti pregiati e gli stampati con motivi a fiori old fashion (dai bordi scuri molto spessi), a righe materasso (larghe e verticali) o con grafiche astratte e geometriche d’ispirazione anni ’50 e ’60.
Marni brand history - SS 2000 - FW 2000
SS 2000 – FW 2000
Marni brand history - SS 2001 - FW 2001
SS 2001 – FW 2001
Marni brand history - SS 2002 - FW 2002
SS 2002 – FW 2002


Marni brand history - SS 2003 - FW 2003
SS 2003 – FW 2003
Marni brand history - SS 2004 - FW 2004
SS 2004 – FW 2004
I contrasti di colore sono un altro elemento fondante della cifra stilistica di Marni: sulle tinte scure, prevalentemente nero, blu e grigio, si stagliano colori shocking e fluo, dal fucsia al giallo limone, ma non mancano anche i marroni e i verdi spesso tendenti al melma o all’olivastro.
Gli abiti e i completi dal look finto disordinato, originato dal mix and match di silhouette morbide e squadrate, sono spesso arricchiti da bigiotteria comprendente elementi di legno intagliati a mano o plastiche sagomate con forme geometriche o di fiori e foglie.

Marni brand history - SS 2005 - FW 2005

SS 2005 – FW 2005
Marni brand history - SS 2006 - FW 2006
SS 2006 – FW 2006
Nel 2007, dopo le timide apparizioni dal 2002, viene lanciata definitivamente la linea uomo, declinando lo stile Marni in collezioni austere e dai toni scuri, caratterizzate da silhouette oversized e squadrate, ravvivate da stampe geometriche, floreali o tribali.
Marni brand history - SS 2007 - FW 2007
SS 2007 – FW 2007
Marni brand history - SS 2008 - FW 2008
SS 2008 – FW 2008
Marni brand history - SS 2009 - FW 2009
SS 2009 – FW 2009
Marni brand history - SS 2010 - FW 2010
SS 2010 – FW 2010
Marni brand history - SS 2011 - FW 2011
SS 2011 – FW 2011
A Settembre 2011 Marni ha annunciato la prima incursione nel mondo del beauty stringendo un accordo di licenza pluriennale con Estée Lauder Companies per il business delle fragranze con il debutto del primo prodotto previsto per l’autunno 2012.
Inoltre, a fine Novembre 2011, Consuelo Castiglioni ha colto tutti di sorpresa cooperando con H&M per la collezione guest designer SS2012 per la quale dice di aver creato un completo guardaroba in stile Marni abbinando motivi tribali e grafiche Bauhaus con elementi funzionali e sportivi. Non ci resta che aspettare l’8 Marzo 2012 per scoprire la collezione in 260 punti vendita HeM.
 
Marni brand history - SS 2012 collection Marni at H&M

Italian architect into fashion. Art curator in love with books, flea markets and interior design.

17 Comments on “Who is MARNI? – The Marni brand history

  1. <3 Post sempre ULTRA top e scritti benissimo!
    comunque sia sono veramente troppo curioso di vedere il risultato di questa collaborazione. Marni è veramente uno dei Brand più eleganti e Smart che ci siano in italia. Stampe semplice, decise ma che riescono ad attirare l’attenzione proprio per la loro “leggerezza”. Nonostante sia un marchio non molto “popolare” come poteva esserlo Versace penso che sia una grande opportunità per il Marni di uscire fuori anche se, ad essere sincero, credo che H&M stia correndo troppo con queste collaborazione rovinandone la natura stessa.
    baci

    roby

  2. Mi piace. Sono delle linee molto giovani e fresche. Ho detto la cosa più scontata della terra ma è la verità, forse è per questo che è così apprezzata negli States. Potrebbe venirne fuori una buona collaborazione, e Marni uscirebbe anche dalla nicchia 😉

  3. Come sempre post accurati e precisi.
    Bellissimo ripercorrere la storia di un Marchio attraverso le foto delle collezioni, vedere come cambiano gli stili e i tagli ma riconoscere il sapore di continuità da un anno all’ altro.
    Complimentissimi Alessandro, come sempre…
    Robi

  4. Bellissimo lavoro!
    la notizia di Marni per H&M mi ha entusiasmata, nonostante il mio calante interesse per le capsule di questo genere! Questa volta credo che il marchio svedese abbia colpito nel segno, cosa che non era successa per Versace…. nel futuro vedo l’ascesa di brand come Marni, Malìparmi e Celine…c’è bisogno di qualità e linee ben costruite!
    un abbraccio
    Veronica

  5. ciao,

    eccomi !
    come sempre bellissimo post, completo e dettagliato.
    Mi chiedo che senso abbiano queste “collaborazioni”…. con questi brand di lusso…..mi piaceva molto andare da H&M e girare fra i vari reparti cercando di scoprire la cosa carina e di buona qualità , e spesso ci
    riuscivo .Da qualche tempo la qualità di H&M è davvero peggiorata , trovare una qualsiasi cosa in un tessuto che non sia sintetico è diventata una cosa rarissima .E’ forse cambiata la loro strategia aziendale ? …….perchè puntare sulle collaborazioni ? che senso hanno ? H&M ha un target preciso , la cliente H&M non sarà mai la cliente nè di Lanvin , nè di Versace nè tantomeno di Marni. Questo fenomeno isterico delle ragazzine che fanno la fila per acquistare un capo di un brand famoso è ormai superato.
    Perchè invece questi brands non cambiano le strategie commerciali ? rendendo accessibili ai più le loro collezioni,magari differenziando le linee (vedi Armani..ed altri).
    Ti assicuro Alessandro che vedere un Marni da H&M mi fa proprio malinconia …

    ave

  6. Ciao ragazzi! Come al solito grazie dei commenti, ma soprattutto dei complimenti! Sono contento vi piacciano i post di ricerca e di storia della moda.

    @Roby: sono contento della collaborazione “democratic”, anche se ammetto che vicino Firenze ho la fortuna di avere l’outlet perciò potrei prendere un pezzo Marni senza troppi sacrifici per il mio portafogli 🙂

    @Ave: H&M ha molto successo solo ed esclusivamente per i prezzi e per le imitazioni di fantasie e tagli che riesce ad offrire. Certamente non stiamo parlando di qualità dei tessuti e dei filati. Posso dire però che almeno un passo avanti è stato fatto riguardo il cotone utilizzato, che è biologico, ma soprattutto etico(senza sfruttamento dei lavoratori). Purtroppo la percentuale di acrilico, elastane, poliestere, poliuretano ecc… sta dilagando sempre più, ma non solo in H&M. All’inizio si trattava di percentuali minime che servivano ad evitare che i capi si allargassero o stingessero, ma adesso siamo proprio alla degenerazione totale con picchi del 70% e 80%.
    La tua idea di abbassamento prezzi sarebbe la via più facile da intraprendere, ma dopo su che entrate potrebbero contare i vari marchi? Le linee secondarie potrebbero andare anche bene, ma poi si riproporrebbe lo stesso problema, perché pagare 100€ una sciarpa made in china firmata Armani Exchange o Armani Jeans in 70% poliestere e 30% lana? Non ne vedo l’utilità, si paga davvero solo il marchio, il suo valore aggiunto. Ma allora tanto vale prendere la sciarpetta di H&M.
    Le collaborazioni e le capsule collection sono utili ai grandi marchi non certo per la qualità dei tessuti o dei tagli, ma solo per il grande riscontro pubblicitario che ne segue. Come è stato dimostrato dall’ultima collezione Versace, in molti (ho letto valanghe di banalità su blog, che mi veniva da piangere dalla superficialità con cui è stato trattato l’argomento!) non hanno capito che la collezione riproponeva capi degli anni 90 presi dall’archivio di GIANNI VERSACE (e non di Donatella, che allora si occupava dello styling e delle pubblicità!!!) e che serviva per avere un ritorno mediatico che potesse far annunciare in grande stile anche il rilancio della linea VERSACE COUTURE nella prossima settimana haute couture parigina! In questo modo le ragazzine isteriche in coda, si sono potute avvicinare ad un mondo inarrivabile ed è solo il primo tassello per costruire una sorta di fidelizzazione al marchio che le porterà dapprima a comprare gli accessori e i profumi, e successivamente “da grandi” anche le collezioni Versace originali.
    Questo vale per Versace, come per Lanvin, Jimmy Choo, Lagerfeld, Victor & Rolf, Mattew Williamson, Sonia Rikyel, Roberto Cavalli e tutti gli altri marchi chiamati a cooperare con H&M. A Marni in definitiva servirà ad uscire dalla nicchia e forse questa collaborazione potrebbe essere anche una strategia di marketing per avere una buona pubblicità del marchio proprio prima di lanciare il profumo nell’autunno 2012!
    Ovviamente questo è il mio parere, poi ognuno è libero di pensarla come vuole!

  7. Haha, effettivamente con quel commento si potrebbe scrivere una tesina!
    Di sicuro la collezione dal punto di vista pubblicitario porta, ma mi chiedo: nel cliente del brand vero e proprio, come viene vista la collaborazione con HM?
    E qual è la bontà della collezione che ne viene fuori (non solo dal punto di vista di materiali etc): una sbobba commerciale o no?
    La verità forse è che ho cercato di trovare una risposta un po’ troppo oggettiva a una questione soggettiva, perchè ognuno ha il suo concetto di brand (deve essere esclusivo, non me ne frega niente, basta sia firmato…), il suo concetto per definire una buona spesa (qualità, prezzo, qualità-prezzo…) e così via.

    Ps.: concordo con te per quanto riguarda la qualità dei follower piuttosto che la qualità: fortuna che ci sei tu a risollevarmi il blog!

  8. Bravissimo come sempre Ale, sei informatissimo e tratti sempre gli argomenti con convinzione e sopratutto con vere argometazioni.
    Sono daccordo anch’io che le varie collaborazioni di H&M con i vari marchi sia una politica puramente pubblicitaria e poco commerciale per entrambi.
    Prima di tutto perchè i pezzi sono davvero pochi e distribuiti in modo quasi selettivo e poi perchè queste collezioni durano in negozio meno di 24 ore.
    (a Padova la collezione Lanvin A/I2010 alle 9,20 era già terminata, ho spogliato il manichino per avere l’ultimo imperdibile completo uomo).
    Tutto questo serve per far parlare blog, riviste del settore quasi gratuitamente e sopratutto per creare un ritorno di immagine per il marchio svedese e i vari brands che hanno bisogno di allargare il loro pubblico o di rilanciare il loro stile.
    Comunque giovedì ci sarò anch’io in coda a Padova per aggiudicarmi un qualche pezzo di questa bellissima collezione (almeno da foto) poi il resto lo vedremo…

  9. Hello, I’m a fashion student currently doing a research on marni and I found your article very interesting.
    Is really hard to find informations about the brand, especially in the beginning of the career.
    I’m really interested in the first paragraph, and if you could give me more information about it:
    “Consuelo, for the first time, used fur as a fabric, removing the interior linings and making deconstructed volumes after years of enormous shoulder-pads and ladylike silhouettes.”
    When you talk about enormous shoulder-pads and ladylike silhouettes, are you referring to the previous decade, the 80’s with its power suit ?
    So basically Consuelo was the first to reinterpret the fur to create a looser silhouette in early 90’s? Could we say then that was she to set this trend in the rest of the decade? Because I know she colored fur as never before and in fact I’m the 90’s you can see it different celebrities wearing pink, blue fur.
    Thank you for your time. Also if you have other sources that I can look it would be great.

    Have a lovely evening

    1. Dear Yumi, Thanks for your lovely comment, and I apologize for my late reply.
      I’ll answer point by point to your questions trying to be as much clear as possible.

      1) When you talk about enormous shoulder-pads and ladylike silhouettes, are you referring to the previous decade, the  80’s with its power suit ?
      – Yes. You have to imagine that she was among the Italian fashion designers who were changing the fashion rules and introducing a new aesthetic.

      2) So basically Consuelo was the first to reinterpret the fur to create a looser silhouette in early 90’s? 
      – It’s always tough to say “the first” because, in those times, there were hundreds of brands or family businesses (especially in Italy) that were into the “fur industry.” For example, I can also name Fendi with the late creative director Karl Lagerfeld who invented the Astuccio fur in the 70s and started to design furs without linings at the end of the 80s. (you can read more here >>> https://aeworld.com/fashion/in-focus/karl-lagerfeld-50-years-collaboration-with-fendi/)

      3) Could we say then that was she to set this trend in the rest of the decade? Because I know she colored fur as never before and in fact I’m the 90’s you can see it different celebrities wearing pink, blue fur.
      – Once again, I would definitely say that Consuelo was AMONG the designers who created this new aesthetic for the ’90s in terms of silhouettes and fittings. You have to imagine that different movements and trends feature every decade. In that specific decade, minimalism spread everywhere with Tom Ford at Gucci, Prada, Helmut Lang, Jil Sander, Calvin Klein, and Marni. But the 90s were also featured by the grunge style by Marc Jacobs, as well as the deconstructivism brought by Margiela and all the alternative perspective of the “Antwerp 6” group. On the other hand, there are the imaginary worlds created by Gianni Versace, then followed by John Galliano and Alexander McQueen. Going back to your second part of the question, however, I wouldn’t focus on the use of colored furs, because one of the main designers to use colored furs was Yves Saint Laurent already in the 70s, with his most criticized collection called “the Scandal collection” (>>> https://museeyslparis.com/en/biography/la-collection-du-scandale). 

      I hope this can help you with the research.
      Best,
      Alessandro

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