Fashion Show

Stockholm Fashion Week – Spring Summer 2012 – Report

Ciao ragazzi! Finalmente sono tornato in Italia e, anche se in ritardo, come promesso vi propongo le mie recensioni sulla Fashion Week di Stoccolma alla quale ho avuto l’onore di partecipare. Premetto che essendo la mia prima fashion week all’estero, e soprattutto in una città di talenti emergenti come Stoccolma, ho cercato di scegliere i brand e gli stilisti più giovani che potessero esprimere a pieno la nuova corrente stilistica svedese. Le sfilate si tenevano a rotazione nella tenda bianca (molto Bryant Park a NYC) del Mercedes-Benz Fashion Pavilion a Kungstradgarden e in un grande salone del vicino Berns Hotel, ma alcuni marchi hanno preferito spostarsi dal quartiere della moda.

Hi guys finally I’m back home and as I promised you, here there are the Stockholm Fashion Week reviews. I want you to know that it was my first fashion week abroad. In a city full of emerging talents like Stockholm I’ve tried to pick the newest and youngest Swedish designer. The fashion shows usually took place in the white tent (so NYC) of the Mercedes-Benz Fashion Pavilion in Kungstradgarden and in a beautiful salon of the Berns Hotel, but some brands preferred to move outsite the fashion district.

Il primo show che ho visto è stato Nhu Duong all’interno del Berns Hotel. Lei è una giovane stilista nata in Vietnam, ma cresciuta in Svezia. Le sue collezioni ispirate all’alta moda si caratterizzano per l’uso di oggetti quotidiani e materiali insoliti. Il cuoio intessuto, le stampe dall’effetto volutamente sbagliato su seta, il lino stratificato e il cotone simile alla carta sono solo alcuni dei materiali utilizzati per i capi oversize. Gli elementi principali della collezione sono le leggerissime canottiere in seta tagliate a laser, gli elementi fluo o lucidi per borse, scarpe e accessori, e la impensabile leggerezza dei maxi pantaloni che ricordano gli hakama dei samurai. I colori sono prevalentemente neutri e influenzati dal Feng-Shui, ma in alcuni casi sono forti e brillanti come il rosa shocking del parka o il giallo lime della camicia smanicata.
The first show I’ve attended was Nhu Duong at Berns Hotel. She is a young fashion designer born in Vietnam but grown up in Sweden. She uses everyday objects and unusual materials to create high fashion inspired collections. The oversized garments are made up of leather weaving, glitched prints on silk, coated linen and paper-like cotton. The colors are neutral and influenced by Feng-Shui culture, but we can find even bright colors like shocking pink for parka jackets. The main elements of the collection are the white soft silk laser-cut vests, the fluo elements for bags and accessories and the lightness of the big and apparently-heavy hakama pants.

La mia seconda sfilata è stata quella di Cheap Monday, il marchio di jeanseria low cost importante e famoso in tutto il Nord Europa. La location era nettamente cambiata: una enorme tenda trasparente immersa in un parco verde (con tanto di attrezzature fitness e famiglie con passeggini), il tutto incorniciato dalle enormi strutture di un ponte autostradale. La passerella splendente e specchiante posta al centro del padiglione era circondata dai parterre per stampa, buyers e vip. Quest’area era a sua volta delimitata con un recinto da dove il pubblico poteva assistere allo spettacolo. A volte capita anche in Italia che uno stilista decida di allestire lo show in una piazza o nelle strade per permettere alle persone di essere parte di esso, ma altrettanto spesso operazioni di questo genere suonano come pubblicità gratuita. Infatti gli abiti in passerella e soprattutto i loro prezzi non sono poi così alla portata di tutti, come il posto gratis guadagnatosi a suon di spintoni. Nel caso di Cheap Monday invece ritengo che non solo non si tratti di un’operazione di marketing, ma anzi credo che questo tipo di approccio con i clienti sia completamente in linea con la filosofia democratica del marchio. Basti pensare che era stato organizzato il bus navetta gratuito per tutti (senza distinzione alcuna tra vip, press e gente normale) diretto dalle più vicine fermate di bus e metro. Questa sì che è moda democratica! La collezione era basata principalmente su tre colori: grigio, royal blu e arancione. Forme oversize per maglioni, top e abiti a trapezio, tutti in contrasto con i pantaloni slim fit o leggings. A volte appaiono abiti a strisce di colori alternati, ma il contrasto tra tessuti high tech delle parti superiori e la tinta unita dei pantaloni è il tema principale. Come già detto si denota una particolare attenzione ai tessuti e ai materiali, non solo il classico denim elasticizzato, ma anche cappotti corti anni ’60 e pantaloni in vernice e, infine, piccoli dettagli in PVC trasparente come le tasche e le decorazioni su polo e t-shirt.
My second show was Cheap Monday, the street style brand so important and famous in North Europe. The location was in a green park under a motorway bridge with even sport equipments and families carring their children out for a walk. In a big open space there was the fashion tent. The shining catwalk at the center was surrounded by the parterre with the seats for press and VIPs. Behind the seats there was an enclosure where the public could attend the show. In Italy sometimes happens that a fashion designer sets the show in a big square or in the streets just to allow people to be part of it, but it often sounds like free advertising. Infact the clothes on the catwalk are not so affordable as “the street-show seats”. But I think that in Cheap Monday’s case it is not just a marketing operation, this kind of approach to the clients, letting them to watch the show and be part of it, is really in line with the democtratic brand philosophy. You could even take the free shuttle buses to get in there from the nearest bus and metro stations. This is democratic fashion! The collection was based on three colors: grey, royal blue and orange. Oversized shapes for the tops and A-line shaped pieces are in contrast with the slim leg and leggings trousers. Sometimes there are colorful stripes, but the pure color is the main theme. So particular the focus on materials, not only denim, but also 60’s-style short coats and trousers in patent leather and little transparent PVC details such as pockets and decorations on polos and t-shirts.

In serata un altro show ha avuto luogo nella tenda al Kungstradgarden: Carin Wester. Lei ha creato il suo marchio nel 2003 e venne subito notata per il suo stile semplice, ma ricco di dettagli e principalmente caratterizzato dalle forme androgine. Il tema della collezione è il viaggio. I vestiti sono infatti pensati per essere indossati da viaggiatori eterni, proprio come i poeti della generazione Beat che vivevano la loro vita in viaggio, senza una destinazione finale. Tutto è basato sulla stratificazione dei tessuti e il trend dei capi oversize in contrasto con i pantaloni aderenti si riconferma anche per il prossimo anno. Le forme rilassate si ispirano evidentemente ai costumi dei popoli affacciati sul Mediterraneo. La silhouette è confortevole anche per i blazer in misto cotone e i pantaloni da uomo, le camicie lunghe sembrano provenire dal Nord Africa così come le scarpe richiamano le forme delle tipiche pantofole marocchine. I patterns sono principalmente costituiti di fiori bianchi su sfondo blu o verde oliva oppure diventano pieni motivi intrecciati nei colori della terra, del vino, crema, verde petrolio o il blu delle campanule. Il tema del viaggio infine si manifesta ironicamente anche con francobolli del Marocco di varie misure e applicati su t-shirt da indossare sotto i blazer o le giacche di pelle.
In the evening another show took place in the MBFashion Pavilion af Kungstradgarten: Carin Wester. She created her label in 2003 and quickly became noticed for its androgynous shapes. The theme of the collection was the travel. Clothes are thought to be worn by eternal travellers just like the poets of the Beat Generation who experienced their life without a final destination. It’ all about layers and the A-shaped dresses contrasting with the legged trousers will keep going on even for the next summer. Relaxed shapes are inspired by the Mediterranean costumes: the silhouette is comfortable even for the mixed cotton mens blazers and pants. The long shirts seems to come from North Africa such as the sneakers look like typical Moroccan slippers. The patterns are mainly made up of white flowers on blue or olive green background or with woven motifs in earthy colours like wine, creme, petrol or bluebell. The theme of travel appears with multisized stamps from Maroc applied on t-shirts worn under blazers or leather jackets.

Il giorno dopo ero di nuovo al Mercedes-Benz Fashion Pavilion del Kungstradgarden per vedere la sfilata di Jennifer Blom dal titolo “Terrestre invisibile”. Jennifer ha lanciato il suo proprio marchio nel 2010 dopo aver disegnato per H&M (nella prima fila ho infatti ho riconosciuto la ex creative director Margareta van den Bosch) e Casall Sport. La collezione si ispira alla natura: i bei coralli solitamente nascosti sotto e acque degli oceani sono ora ben visibili su abiti di seta plissé e scarpe scultura. Le modelle sembrano delle sirene, ad ogni movimento danno vita ad una nuova esperienza cromatica grazie ai riflessi della luce sulla seta. I colori sono luminosi e forti: il rosso corallo puro, il turchese, il blu elettrico e il verde dei fondali più profondi.
The day after I was once again in the Mercedes Benz Fashion Pavilion to see the Jennifer Blom Invisible Terrestrial fashion show. Jennifer launched her own label in 2010 after designing for H&M & Casall Sport.The Collection is inspired by nature: beautiful corals under the oceans are now upon silk pleated dresses and sculptured shoes. The models are mermaids in the ocean, every movement is like a new chromatic experience with the silk reflection. The colors are bright and strong: coral full red, turquoise, electric blu and deep depths green.

Infine, nel pomeriggio sono andato all’anteprima di Oscar Jacobson nella nuova boutique a Birger Jarlsgatan. Mentre il gruppo House Band suonava musica jazz, il pubblico ha potuto apprezzare la collezione gustando dell’ottimo finger food svedese (buono per il palato, ma anche bello da vedersi) e sorseggiando champagne Pol Roger. Oscar Jacobson è un noto brand sartoriale svedese che mixa l’arte del sarto italiano e il patrimonio di tessuti e modelli anglosassoni con la verve svedese. Vicino alle classiche giacche doppio petto e i seersucker a righe blu o rosse, c’erano i maglioni blu navy, le camicie oxford button-down oxford o le giacche in camoscio multitasche molto simili alle sahariane. La mia attenzione però è stata catturata dai piccoli dettagli che arricchiscono di personalità il guardaroba maschile: le cravatte in maglina bicolore, le stampe floreali delle sciarpe annodate al collo come cravatte, i piccoli motivi ad ancora su sfondo blu navy nei fazzoletti legati al collo. La palette dei colori spaziava dalle classiche tonalità calde del marrone e dell’avorio, fino a colori più vivaci come il rosso e il verde per i blazer mono petto. Un mix molto interessante di capi classici, ma con un appeal insolito e contemporaneo.
In the afternoon I went to the Oscar Jacobson preview in the new boutique in Birger Jarlsgatan. While the House Band was playing jazz music, the public enjoyed the Swedish finger food and Pol Roger champagne and took photo of the collection. Oscar Jacobson is a well known sartorial brands that mixes in the Scandinavian way, the Italian tailor’s art and the Anglo-Saxon heritage of fabrics and patterns. Near the classic double breasted seersucker jackets and the blue navy knitted sweater there were button-down oxford shirt or suede jackets with pockets that resemble to Safari jackets. But my attention was caught by the details: the bicoloured knitted ties, the fine floral prints of the scarves wore as ties or the small white anchors on blue navy background on the pocket squares worn as neck bandanas. The colours were declined in earthy tones like brown, blue and grey but it was not unusual to see bright colours like red and green for the single breasted blazers. A very interesting mix of prep style classic garments and contemporary feeling.


Sotto ogni recensione ho messo l’invito, le foto e i video che ho realizzato, ma data la scarsa qualità di alcune immagini ho preferito inserire anche le immagini dei canali ufficiali per la stampa.
Under every brand I’ve put the invitation, the picture and the video I’ve taken with my phone mixed with the official photos of the MBFWorganization.

Italian architect into fashion. Art curator in love with books, flea markets and interior design.

20 Comments on “Stockholm Fashion Week – Spring Summer 2012 – Report

  1. ciao,

    mi ha fatto molto piacere trovare questo post, e ti faccio i più sinceri complimenti per gli inviti ricevuti , per la tua partecipazione a questi eventi, e per il tuo approccio serio e professionale.

    Gli stilisti che hai presentato , sono nuovi,innovativi , freschi , disinvolti , e molto aderenti ad una realtà sociale ,che non è più possibile non tenere in grande considerazione.

    ave

  2. Ciao George! Come puoi vedere a Stoccolma è andata benissimo, anche se la gente non mi è sembrata il massimo dell’ospitalità…sembravano automi!

    Ave grazie mille per i complimenti, è stata un’occasione e l’ho colta al volo. Condivido a pieno con la tua analisi e noto sempre più come i trend svedesi stiano cominciando a farsi spazio un po’ in tutto il mondo. Devo dire che non è il mio stile preferito, sono rimasto sbalordito dalle ragazze che indossavano solo mega zeppe in cuoio fin troppo datate e che di buon gusto avevano ben poco e maglioni oversize di chissà quale epoca. Ho notato un forte interesse per il vintage, non tanto quello d’autore, ma proprio i pezzi presi dall’armadio della mamma hippie direttamente dagli anni ’70! Obiettivamente c’è molta anarchia nella scelta, anche se paradossalmente sembra che tutti rispettino un dress code uniforme e definito. Comunque posso dire che è stata un’esperienza interessante!

    Grazie a tutti!

  3. Tutte bellissime sfilate, per quanto anche io preferisca uno stile più “barocco”, tranne forse quella della ex direttrice di hm, troppo poco nordica eppure per niente mediterranea.
    chiudo dicendo: paese che vai, moda che trovi. Io sono stato in Spagna. Ad esempio, e le ragazze sono vestite in modo differente dalle nostre: sandalo, pantaloncino corto floreale, tracolla di cuoio… Molto più street Style.
    E comune Ben tornato!!

  4. @hermes: grazie! Sì sì, ovviamente paese che vai vestiti che trovi, ma è stato paradossale ritrovarmi in una civiltà così evoluta a livello sociale (matrimoni gay, famiglie di 5 figli, servizi e terziario eccellenti), ma rimasta a stile e gusto negli anni ’70! Pensa che sono andato anche ad un concerto in cui sembrava di stare a Woodstock….e ho detto tutto! ;)))

    @Cristina: all’inizio ero andato solo in vacanza per vedere questi evoluti paesi nordici, poi ho visto che c’era la FW così ne ho approfittato! E’ stato divertentissimo! ;)))

  5. @Giuseppe: Grazie 1000, troppo gentile! Sì purtroppo ho notato che non ci sono novità eclatanti, però nei piccoli dettagli c’era sempre quel qualcosa che è riuscito a colpirmi. Un accessorio, i colori, i tessuti, gli stampati o il taglio, ognuno aveva un suo perché. @hermes: La prassi da sostenere era molto chiara e descritta sul sito ufficiale. Innanzitutto un’iscrizione con tanto di numero visitatori mensili. In questo modo gli organizzatori potevano decidere in primis presso quale marchio segnalarti. Poi si era caldamente invitati a contattare tutti gli uffici stampa dei marchi di cui eri interessato, perché la sola iscrizione non garantiva nessun tipo d’invito. Dopo la stesura di vita, morte e miracoli editoriali si chiede di poter partecipare allo show e se selezionato venivi ricontattato personalmente dalle Pr per la conferma. Ovviamente, prima si inviano le richieste, più opportunità si hanno per esser messi nella lista. Purtroppo qui in Italia sembra tutto molto più difficile come se ci dovesse essere rivelato un segreto di Fatima e ogni anno si aggiunge una perla alla collana delle stranezze e irregolarità.

  6. Ma dai.. i papillon in lana solo da esposizione? Meglio.. se li fai da te risparmi! 😀
    Quindi sarai tornato da Stoccolma con il triplo delle valigie se sei passato a fare lo scioppo da h&m casa e immagino in tanti altri posti..!!!
    Grazie delle info! :-)))

  7. a parte il fatto che come al solito questo post è fatto benissimo,ho adorato gli abiti femminili e quei colori accesi!Ti aspetto per una tua competentissima opinione sui mocassini da uomo a pois:)un bacione caro!!

    Patchwork à Porter

  8. Che meraviglia poter partecipare alla fashion week svedese e soprattutto complimenti per il post.
    Io non sopporto i blogger invitati alle fashion week di tutto il mondo che passano il tempo a fotografare solo i loro outfit e dedicano si e no 2 foto alle sfilate a cui possono assistere!
    Complimenti per l’approccio un po’ più ‘serio’ che dimostri di avere verso il mondo della moda!

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